
Isoclima
06/06/2025
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Il 4 Marzo 2025 a Bruxelles viene convocato in una seduta straordinaria il consiglio europeo, l’obiettivo è quello di mobilitare quasi 800 miliardi di euro per sostenere il progetto di ReArm Europe.
Facciamo un passo indietro, e analizziamo il contesto di questa novità che senza dubbio ha sorpreso gran parte dei cittadini.
Il 5 Novembre 2024, Donald Trump, viene eletto Presidente degli Stati Uniti d’America e il suo arrivo è in grado di cambiare gli equilibri economici e politici, non solo Statunitensi ma anche del resto del mondo. Nel primo quadrimestre del suo mandato si ritira in lunghe riunioni con diversi rappresentati politici, stringendo anche accordi a porte chiuse ed implementando una politica protezionistica, che prevede l’innalzamento vertiginoso dei dazi.
Il territorio Europeo, non solo è colpito negativamente da questa strategia commerciale, ma viene messo di fronte un’inaspettata strategia difensiva. Il Presidente Trump, infatti, menziona un possibile ritiro delle truppe americane dalle basi europee.
In questo contesto, il mercato finanziario europeo comincia a percepire il peso di importanti cambiamenti che potrebbero avvenire e il 3 Marzo 2025 la borsa segnala delle importanti variazioni nei trend, con un preciso riferimento agli investimenti legati all’ambito Difesa e Sicurezza. L’italiana Leonardo registra +15%, la francese Thales +16% e la tedesca Rheinmetall +13%, questo segnala un evidente e straordinario dirottamento degli interessi degli investitori, che scelgono di acquistare titoli azionari legati al mondo militare.
Ecco che arriviamo al 4 Marzo, giorno in cui Ursula Von Der Leyen, di fronte la stampa, annuncia la proposta di approvare il piano ReArm Europe come riforma di emergenza, che non prevede il voto del parlamento Europeo ma solo quello del Consiglio.
La Presidente della Commissione europea, in un breve ma incisivo discorso, riporta i cinque punti che concorrono alla formazione della manovra: il primo consentirebbe di liberare l’uso dei fondi pubblici per la difesa a livello nazionale. Dando la possibilità agli stati membri di investire di più nella propria sicurezza, se dispongono dello spazio fiscale per farlo. “Dobbiamo consentire loro di farlo, per questo, a breve proporremo di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, che darà modo agli Stati membri di aumentare significativamente le spese per la difesa senza far scattare la Procedura per disavanzo eccessivo” dice Von Der Leyen, introducendo poi un esempio: “Se gli Stati membri aumentassero in media del 1,5% del PIL la loro spesa per la difesa, si creerebbe uno spazio fiscale vicino a 650 miliardi di euro in una prospettiva temporale di quattro anni”.
Il secondo punto è una proposta di un nuovo strumento che sarà in grado di fornire 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri, per investimenti in difesa: difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone; ma anche per soddisfare altre esigenze come la cybersicurezza o la mobilità militare. L’obiettivo che l’Europa vuole porsi è spendere meglio e spendere insieme. Questo aiuterà gli Stati membri ad unire la domanda e acquistare congiuntamente. “Naturalmente, con queste attrezzature gli Stati membri potranno rafforzare notevolmente il loro supporto all’Ucraina, fornendo equipaggiamento militare immediato” continua la Presidente, “Questo approccio agli appalti congiunti ridurrà anche i costi, la frammentazione, aumenterà l’interoperabilità e rafforzerà la base industriale della difesa europea”.
Il terzo punto richiama all’uso della forza del bilancio dell’UE, mentre gli ultimi due mirano a mobilitare capitali privati, attraverso l’accelerazione dell’Unione del risparmio e degli investimenti e tramite la Banca europea per gli investimenti.
“L’Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità” ribadisce Von Der Leyen, “Il piano ReArm Europe potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro per un’Europa più sicura e resiliente. Continueremo a collaborare strettamente con i nostri partner nella NATO”.
Il 4 marzo 2025 sembra dunque segnare un punto di svolta nella storia dell’Unione Europea. Di fronte a un panorama geopolitico in rapido mutamento e all’imprevedibilità delle alleanze, l’Europa sceglie di alzare lo sguardo e prendere in mano il proprio destino. Il piano ReArm Europe non rappresenta solo una risposta tattica a una minaccia contingente, ma mira a dare avvio ad una trasformazione strutturale, in cui la difesa non è più delegata ma condivisa, costruita su basi comuni e con una visione autonoma. Se da un lato questo processo desta preoccupazione per le sue implicazioni economiche e politiche, dall’altro segna l’inizio di una nuova consapevolezza: l’Europa non è più solo un attore economico globale, ma si prepara a diventare un soggetto geopolitico a pieno titolo, con l’aspirazione di proteggere i propri interessi e valori in un mondo sempre più instabile. La vera sfida sarà tradurre questa ambizione in unità, efficacia e lungimiranza.